venerdì 10 febbraio 2012

LE MASCHERE

molto interessante
Il Vecchio


Il Vecchio della Commedia romana ha origini antichissime: lo troviamo, infatti, per la prima volta nelle "fabulae atellanae", nate nella città di Atella del III secolo a.C.

Queste fabulae erano farse improvvisate, molto in voga dapprima presso le popolazioni confinanti con il Lazio e quindi anche a Roma.

Il Vecchio romano ha una parte affine a quella dei vecchi della Commedia dell'Arte: a volte è un padre accorto e saggio, a volte un diffidente avaro.

Generalmente porta sul viso una maschera colorata vivacemente; ha una tunica verde e un mantello marrone gettato sopra una spalla.


e questo da conoscere

Jocrisse


Jocrisse è una maschera francese, dei dintorni di Parigi.

E' il classico tipo del servo campagnolo, sciocco e ottuso, capace soltanto di muoversi maldestramente e di combinare disastri.

Compare per la prima volta sulle scene al tempo di Luigi XIV, poi in un lavoro di Molière, ma raggiunge la notorietà soltanto dopo una commedia di Dorvigny, intitolata: "Le désepoir de Jocrisse".

Jocrisse indossa una giubba con alamari bianchi; calzoni fermati al ginocchio e parrucca con il codino.

e ancora, ancora, ancora






giovedì 9 febbraio 2012

festa grande

09.02.2012




E oggi?

Di nuovo 9 Febbraio

E noi?

Felici come tot :o) anni fa

E tu?

Come la scintilla

Che si stacca dal camino

E vola, e arde, e vive

Continuando a brillare



Auguri grande Frico

LE MASCHERE

da seguire

Guillot-Gorju

E' una maschera francese del '600, creata da Bertrand Haudoin de Saint-Jacques, ex farmacista di Montpellier.

Il suo debutto sulle scene avvenne nel 1634, all'Hotel de Bourgogne e, per circa dieci anni, fu l'idolo del pubblico francese, che accorreva da ogni parte per ammirarlo.

Guillot-Gorju è il tipico rappresentante del medico del '600: ha una memoria fantastica, una spigliatezza incredibile e una parlantina tale da riuscire a convincere il paziente più difficile e più diffidente.

Guillot-Gorju recita sempre con la maschera e porta il costume dei dottori del tempo di Enrico IV.

a domani

LE MASCHERE

buono
Guazzetto

Guazzetto, come Arlecchino, è un vecchio servo.

Ha lo stesso carattere della maschera bergamasca: è allegro, burlone, sempre pronto a farsi beffe del prossimo e a badare ai suoi interessi.

Il suo costume è quello dei servi della commedia dell'Arte: ha un lungo camicione bianco e bianchi sono anche i larghi calzoni, porta però un fazzoletto che lo distingue e che gli cade sulle spalle.






mercoledì 8 febbraio 2012

Era cosî bella

Che una cosa incantevole, felpata, dolce, ondeggiante, leggera
quanto la neve
si possa trasformare così presto nel suo contrario,
un ammasso grigio, vischioso, denso, pesante, ruvido?
E' una porcheria da cui non riesco a riprendermi.

(Amélie Nothomb)

LE MASCHERE

molto giusto

Guappo

E' una maschera di origine napoletana che fu portata sulle scene nel '700, ma assunse una fisionomia precisa nel '800.

In questo secolo Guappo si esibì con grande successo nel teatro San Carlino di Napoli.

Questo personaggio ha un carattere molto simile a quello del Capitano e come lui è prepotente e fanfarone.

La parola Guappo deriva dallo spagnolo "Guapo" e oggi serve a indicare il bellimbusto e il teppista.

E ne abbiamo altre da imparare


LE MASCHERE

fa pensare


Gros-Guillaume


E' un attore comico francese, popolarissimo sulle scene dell'Hotel di Borgogna e del Teatro della Fiera.

Fu uno degli attori preferiti del cardinale di Richelieu, insieme con i suoi compagni Gaultier-Garguille e Turlupin.

Gros-Guillaume era brutto e grasso; vestiva un ruvido sacco di lana stretto in vita e sotto le ascelle da due cinture, che lo rendeva simile a un grosso barile.

Questo attore interpretava solitamente la parte dell'uomo di pensiero, sentenzioso e pedante, e per meglio "entrare nel personaggio" imitava l'andatura e il modo di parlare di un noto magistrato parigino.

Questi, un giorno, lo fece arrestare e il povero Gros-Guillaume, già ammalato, morì di paura in carcere.









lunedì 6 febbraio 2012

LE MASCHERE

abbiamo tutti un amico così
Giangurgolo


Giangurgolo (o Giovanni Golapiena) è una maschera che somiglia a Capitano.

Nasce in Calabria nella seconda metà del '600, ed è una feroce caricatura di alcuni gentiluomini siciliani, poveri, affamati ma spacconi.

Giangurgolo è così vorace che, per sfamarlo, occorrono carretti di maccheroni, barocci di pane e damigiane di vino; per un nonnulla mette subito mano alla spada, ma al primo cenno di pericolo si dà alla fuga.

Spesso Giangurgolo abbandona il personaggio dello spaccone per interpretare quello del servo, tuttavia anche in questo ruolo rimangono invariate le sue due principali caratteristiche: la voracità e la pusillanimità.

Giangurgolo scompare dalle scene del teatro italiano nel XVIII secolo.

Il costume di questa maschera è quello caratteristico dei capitani, con calzoni e giubba a strisce verticali rosse e gialle, scarpe rosse con fibbia dorata e una lunga spada, sostenuta da una fascia posta a tracolla.

Caratteristiche di Giangurgolo sono la mezza mascherina rossa, che gli copre la fronte e un cappello di feltro a pan di zucchero.


con lui siamo cresciuti



Gioppino


Nasce a Zanica presso Bergamo, verso la fine del '700, da Bartono Zuccalonga e da Maria Scatolera.

E' considerato dai suoi compaesani come la maschera più "pura" della regione, poiché non ha subito le contaminazioni cui sono stati soggetti gli altri due bergamaschi: Brighella e Arlecchino.

Gioppino ha una faccia allegra e rubiconda, con tre enormi gozzi: è un gran bevitore e un ottimo mangiatore; non sa leggere ne scrivere, ma nei suoi conti non sbaglia mai.

Gioppino è un contadino pratico e spiccio; ha sposato una buona e pratica massaia, Margì, e ha anche un figlio, Bortolì de Sanga.


a domani e ricordate né di luna né di marte
non si sposa e non si parte

quando si dice....

Quando si dice: che tempaccio, nevica d'appertutto
e in tv si vede solo neve e neve e neve.

Guardate invece cosa si vede in casa del nostro amico Frico





E'??????????? siete rimasti senza parole????????

Anch'io

LE MASCHERE

uno poco conosciuto e.....
Gerolamo della Crima


E' un'antica e popolare marionetta, nata a Callianetto, nell'Astigiano, intorno al 1630.

Gerolamo della Crima si affermò rapidamente a Torino e divenne il protagonista di molte farse, in cui interpretava quasi sempre la parte del finto tonto.

Nel 1808, per sfuggire alla polizia napoleonica, che giudicava offensiva una sua interpretazione, Gerolamo fu costretto a lasciare Torino.

Dopo varie peregrinazioni giunse a Milano, dove divenne presto il beniamino della popolazione, grazie soprattutto al burattinaio Giuseppe Fiando.

Nel 1820, sempre a Milano, venne aperto un teatro, a cui si diede il nome di "Gerolamo" e che divenne, in seguito, la sede esclusiva delle rappresentazioni dei burattini.

 
e l'altro conosciutissimo, ma
sempre con qualcosa da scoprire
 

Gianduja


Gianduja è figlio della maschera Gironi e della sua sposa Madlena Crinoira nata Trantapat.
Fu battezzato con il nome di Gioan d'la douja, cioè Giovanni dal boccale (dal latino: dolia=botte) o, secondo altri, Jean andouille, cioè Gian salsiccia (dal francese: andouille=salsiccia).
E' nato in Piemonte, a Caglianetto nell'Astigiano, da un attore burattinaio, Gioanin d'j osei.
Rappresenta il tipico contadino piemontese dalle scarpe grosse ma dal cervello fino, dalla faccia piena, colorita e aperta; è amante dello scherzo, dell'allegria, del vino e della buona tavola.
I torinesi fecero di Gianduja un simbolo della propria città, perché questo personaggio esprimeva le aspirazioni patriottiche del popolo piemontese.

Durante le guerre dell'indipendenza italiana, infatti, Gianduja non nascose il suo fervore patriottico; i giovani partivano per il campo di battaglia con il suo nome sulle labbra:

Noi suma i fieu d'Gianduja
Noi suma i bugia nen
Ma guai se la testa an ruja
Se 'l di d' le bote aven!

Gianduja veste con un costume settecentesco, di panno color marrone guarnito di rosso; il farsetto è giallo e i calzoni verdi; ha un tricorno con una rosetta e la parrucca con il codino lungo e arricciato.

alla prossima maschera