domenica 9 agosto 2009

CHE COSA SIGNIFICA ESSERE SIMPATICI


Ho letto sul giornale un articolo che mi è piaciuto molto, voglio condividerlo con voi, che ne pensate?
Il titolo era "Che cosa significa essere simpatici" ed è del Sig. Edgardo Bartoli
(naturalmente svizzero)

Eccovelo:...........................................

Peccato che in inglese non esista la parola «simpatia» nel significato che essa ha in italiano, perché è quella che avrebbe spiegato meglio agli americani l’impressione che il loro presidente ha suscitato dovunque in Italia. L’entusiasmo della gente dell’Aquila per Obama è stato tutt’altro che il solito omaggio popolare al più potente fra i potenti della Terra; è stato piuttosto l’effetto di un autentico senso di sorpresa per l’uomo meno «politico» fra le tante personalità politiche presenti, il più sincero nei suoi sorrisi, quello più alla mano e al tempo stesso quello dal portamento e dai modi più eleganti. Più naturalmente autorevoli. La sorpresa, forse, è stata accentuata dalla scoperta che esiste un tipo di simpatia che non è il più corrente in Italia, paese simpatico per antonomasia..
La simpatia italiana gli stranieri l’avvertono subito: ad alcuni allarga il cuore, ad altri suscita un istintivo moto di diffidenza, come fosse una manifestazione di superficialità facilona, come sospettassero in essa la premessa di possibili raggiri, o vi sentissero una forma d’invadenza, o un disdicevole desiderio di piacere, contro la regola della buona educazione che insegna cortesia e riservatezza. Costoro hanno torto: la calorosità, seppure un po’ scomposta, è quasi sempre preferibile alla freddezza compassata, ancorché ornata di un flebile sorriso, così come il sole mediterraneo è tutto sommato più attraente delle umide brume dei mari del nord.
Spezziamo una lancia in difesa della simpatia italiana, che del resto non si manifesta in maniera uniforme (niente è uniforme in Italia): c’è una simpatia popolare, che sa d’antico, impastata di saggezza e di scetticismo, che pare scaturire dalle profondità atemporali di una civiltà allo stato endemico; e c’è la simpatia per così dire di genere aristocratico, quella del grand seigneur affabile e comunicativo (piuttosto che cortese e riservato), sicuro di sé senza essere compreso di sé, a suo agio e con gli stessi modi dovunque e con chiunque, col re e col contadino. E c’è in mezzo – se è lecito ricorrere a schemi sociologici del tutto arbitrarî – una simpatia middle class della quale si può prendere a modello la bonomia berlusconiana. E anche in difesa di questa vogliamo spezzare una lancia.
Si dice che Berlusconi sia, umanamente, una persona estremamente gradevole: allegro, affettuoso, generoso, garbato, spiritoso. Forse, nella sua esuberanza caratteriale c’è un pizzico d’ingenuità, ciò che potrebbe spiegare il diluvio di gaffes delle quali egli è protagonista sulla scena politica. Per il resto, non sappiamo se anche in privato sia un barzellettaro irrefrenabile come lo è in pubblico, ma c’è ragione di sospettarlo. Pazienza. Le barzellette rispondono al gusto medio nazionale, lui è convinto che gli italiani lo amino anche per quelle, e tutto sommato potrebbe avere ragione.
Obama, invece, di barzellette non ne dice, non è particolarmente divertente, la sua simpatia non ha niente di plateale, e in famiglia, magari, è il classico padre premuroso ma poco divertente. Il contrario esatto di Berlusconi: eppure i due si sono «presi», il presidente americano ha avuto parole d’apprezzamento addirittura sopra le righe per il premier italiano, e quest’ultimo – comportatosi per il resto in modo irreprensibile – ha avuto soltanto la caduta di stile di vantarsene come avesse ricevuto una medaglia.
Non è il caso di dilungarsi sulle fenomenologie umane per arrivare a dire che la simpatia italiana ha il solo difetto di essere un po’ inflazionata, e un po’ troppo influenzata dai modelli della comicità cinematografica nazionale, un po’ troppo mirata agli applausi, un po’ troppo usata come arma di seduzione. Mentre la simpatia non è solo quella che suscita risate e buonumore, è anche quella che desta ammirazione e fiducia, come ha dimostrato l’enorme successo di Obama in maniche di camicia all’Aquila. Per apprezzare lo stile di quest’ultimo non bisogna necessariamente snobbare quello così brianzolo-meneghino di Berlusconi; assolutamente no. Basta solo ricordare che per essere davvero simpatici bisogna innanzi tutto essere serî.