martedì 21 febbraio 2012

LE MASCHERE

Turlupin

E' una popolare maschera francese, che deriva dal nostro Brighella.

Fu creata tra la fine del 1500 e l'inizio del 1600 da Henri Legrand, attore comico del Teatro della Fiera di Parigi e in seguito dell'Hotel di Borgogna.

Turlupin recita con successo in molte farse e ha quasi sempre per compagni Gros-Guillaume e Gaultier-Garguille; si esprime con tortuosi giochi di parole, che da lui prendono il nome di turlupinare.



LE MASCHERE

Truffaldino

Truffaldino, è un servo che ha come progenitore il vecchio Truffa, un servo falso e millantatore, presente nella Commedia dell'Arte già nel '500.

Un interprete d'eccezione di Truffaldino fu Antonio Sacco, che diede a questa maschera un rilievo particolare.

Le sue facezie, la sua prontezza di spirito, il suo brio furono apprezzati da grandi commediografi come Goldoni e Gozzi.

Il costume di Truffaldino è a rombi di vari colori ed è molto simile a quello di Arlecchino.

LE MASCHERE

Trivellino

E' un'antica e popolare maschera che alcuni vogliono identificare con il padre del notissimo Arlecchino.

Interpreta quasi sempre la parte del servo sciocco, che non sa difendere se stesso e i suoi padroni dalle burle e dagli imbrogli del prossimo.

Il più famoso Trivellino fu Domenico Locatelli, che recitò soprattutto in Francia.

A Parigi ebbe la protezione e l'appoggio del re e della Corte, e l'amicizia affettuosa del maresciallo di Francia Francesco Bassompierre, che gli tenne a battesimo un figlio.

Trivellino, fu spesso rappresentato con vari costumi: il più noto è quello ornato di triangoli alle cuciture e ricco di stelle, di lune e di soli.

LE MASCHERE

Tartaglia

Questo singolare personaggio pare sia stato creato nel 1630 da un certo Beltrani di Verona.

Tartaglia, come dice il suo nome, è affetto da balbuzie e si serve di questo difetto per ottenere effetti comici.

Interpreta spesso la parte del notaio, oppure quella del servo o del ministro.

E' l'unica maschera completamente calva. E' grande e panciuta; porta un grosso paio d'occhiali, un cappellaccio grigio, un ampio colletto di percalle.

La giacca, il mantello e i calzoni sono verdi, listati di strisce orizzontali gialle.



domenica 19 febbraio 2012

LE MASCHERE

Tabarrino

E' una popolare maschera del '700, che fu portata con successo sulle scene dal suo creatore, il comico bolognese Bigher.

Nella Commedia dell'Arte rappresenta di solito il vecchio mercante arricchito, avido e avaro, sempre timoroso di perdere in un momento ciò che ha accumulato con cura in tanti anni.

Spesse volte, però, troviamo Tabarrino a fianco del Dottor Balanzone, a volte nella parte del padre severo, a volte in quella dell'innamorato beffato.

In un secondo tempo Tabarrino passò a far parte del teatro dei Burattini e, alcuni anni dopo, fu sostituito da un'altra maschera simile come costume e come carattere, il veneziano Tonin Bonagrazia.

LE MASCHERE

Tabarin

Con questo nome furono chiamati, dalla fine del 1500 in poi, tutti i buffoni parigini che si esibivano sulle piazze o nei teatri.


Il primo Tabarin fu, secondo l'opinione più diffusa, il servitore del ciarlatano italiano Mondor.

Piroettando su e giù per il ponte Nuovo, a Parigi, e lanciando lazzi e battute scherzose ai mercanti di droghe, che proprio su quel ponte esponevano e vendevano le loro merci, Tabarin riusciva a far ridere non solo le persone che si fermavano ad ascoltarlo, ma anche le stesse vittime dei suoi scherzi.

Tabarin divenne famosissimo in breve tempo e le sue farse richiamarono sempre un folto pubblico di ammiratori.

Nel 1904, a Parigi, fu fondato un ritrovo o ballo popolare, che dal nome dell'attore, si chiamò Bal Tabarin.

Da allora si chiamarono comunemente "Tabarin" i locali notturni, in cui si esibivano cantanti, ballerini e comici.

LE MASCHERE

Stenterello

Stenterello è fiorentino di nascita.

Fu creato sul finire del '700 da Oreste del Buono, un ex-orologiaio che si diede per passione all'arte del teatro.

Stenterello ha la vivacità e l'arguzia tipica del popolo di Firenze.

In mezzo alle situazioni più intricate trova sempre il modo di uscirne e le sue risorse sono inesauribili.

Caratteristica particolare di Stenterello è il linguaggio: parla il fiorentino e deforma le parole, inventandone altre nuove e creando tiritere bizzarre e senza senso.

Tipica di Stenterello è la parrucca con il codino a ricci.

Generalmente porta una giubba di panno azzurro, un panciotto giallo con motivi neri, una calza di un colore e l'altra di un altro.